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TO BE BURNED/ CONTINUED   - 2 -

15-03-2013

 

Federico Fistarol brucia. E brucia di un fuoco che è rito di passaggio,che segna il punto,

il momento in cui il vecchio non c’è più e il nuovo deve ancora generarsi.

Brucia di un fuoco che è sosta e respiro, dopo un cammino faticoso, oasi per raccogliere le azioni compiute e scaldarsi. E ripartire, il giorno dopo.

Brucia di un fuoco che libera e distende, apre e scioglie, e l’azione di bruciare si fa significante e significato. 

I personaggi e l’artista stesso sono al contempo attori e spettatori, in attesa e congelati dalla fotografia, “finché si scaldano e finché bruciano”, fiammeggiano e si svincolano e, finalmente, 

 si destrutturano ed è li che consapevolmente si arricchiscono.

Fistarol raccoglie quello che cerca e trova lungo il suo cammino:

la partecipazione di chi incontra, l’impressione delle persone che sceglie, l’idea di chi appare, scompare o condivide, in  un anarchico ma continuo e inesorabile divenire.

E con il fuoco libera e attorno al fuoco riunisce.

Con Fistarol l’opera è viva, si muove con il fuoco e gravita intorno a esso, si fa scaldare per imparare, si fa bruciare per crescere. E la potenza sapiente di questo artista divampa in un’opera che è dentro e fuori, prima e dopo, privata e collettiva. Procedere,  fermarsi, incenerire e poi ri-generare in quel circolo virtuoso che è la nascita e la morte.

Federico Fistarol ancora una volta ci conduce, ci raccoglie e ci inchioda. Guardate bene nelle fiamme. Guardate bene tra le fiamme. Troverete o vi ritroverete.

 

 

 

Giulia Rinaldi

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